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I consigli di MLOL – aprile 2022

Vogliamo proporvi consigli, recensioni, spunti e approfondimenti da MediaLibraryOnLine, la biblioteca digitale da cui potete scaricare gratuitamente ebook e consultare riviste e quotidiani:

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I fuggiaschi di Cumaná – Massimo Livi Bacci

Trama:

Nell’America del XVII secolo, nella regione Caraibica e nelle foreste pluviali dell’Orinoco e dell’Amazzonia, si scontrano gli interessi politici e mercantili di spagnoli, portoghesi e olandesi, impegnati nel governo di smisurati territori, nella ricerca di metalli e pietre preziose, nelle razzie di Indios da rendere schiavi, nell’opera di conversione di anime perse. Qui si incrociano le vite dei due protagonisti, Raimundo e Adelina. Il primo, novizio gesuita ribelle, ingiustamente condannato a morte a Lisbona, fuggiasco in Venezuela, si fa esperto mercante fra le tribù dell’alto Orinoco. Adelina, inquieta e seduttrice, danzatrice e giocoliera, attrazione di taverne nonché amante di Raimundo a Lisbona, vive nella Guayana Olandese e poi a Cumaná in Venezuela, dove diventa l’animatrice di un ritrovo e lo scandalo dei ben pensanti della città.
Quando Raimundo rifiuta di collaborare con gli olandesi nella cattura di schiavi, la sua vera identità di fuggiasco viene rivelata alle autorità spagnole, e sarà costretto a darsi di nuovo alla macchia. Ma anche Adelina, ricongiunta al suo ex amante, si trova nei guai per aver suscitato la cieca passione di un potente personaggio. Per questo viene accusata di stregoneria, e deferita all’Inquisizione. Ambedue fuggono trovando accoglienza in una Missione di gesuiti, dove Raimundo riceverà un incarico speciale che potrebbe restituirgli la libertà, a patto che sia disposto a sfidare le insidie e i pericoli di quelle terre…

Recensione:

Da La Lettura del 20/03/2022  (Cristina Taglietti)

I fuggiaschi di Cumaná è un’avvincente storia di passione e avventura, di conquista e di ribellione, piena di rimandi colti, di citazioni storiche, ambientata nella Guyana olandese del XVII secolo, il Suriname di oggi. La vicenda di Raimundo, gesuita ribelle, ingiustamente condannato a morte a Lisbona, fuggito in Venezuela e diventato mercante fra le tribù dell’alto Orinoco si intreccia con quella di Adelina, giovanissima danzatrice con il diavolo in corpo, occhi insolenti e lingua prontissima.

Infanzia – Tove Ditlevsen

Trama:

La piccola Tove vive con i genitori e il fratello maggiore in un quartiere operaio di Copenaghen. Il padre, uomo schivo dalle simpatie socialiste, si barcamena passando da un impiego saltuario all’altro. La madre è distante, irascibile e piena di risentimento: non è facile prevedere i suoi stati d’animo e soddisfare i suoi desideri. A scuola Tove si tiene in disparte, dentro di sé è convinta di essere incapace di stabilire veri rapporti con i coetanei; fa però amicizia con la selvaggia Ruth, una bambina del suo quartiere che la inizia ai segreti degli adulti. Eppure anche con lei Tove indossa una maschera, non si svela né all’amica né a nessun altro. La verità è che desidera soltanto scrivere poesie: le custodisce in un album gelosamente nascosto, soprattutto da quando il padre le ha detto che le donne non possono essere scrittrici. Sempre più chiara, in Tove, è la sensazione di trovarsi fuori posto: la sua capacità di osservazione, lucida, inesorabile, ma al tempo stesso sensibilissima, le fa apparire estranea l’infanzia che sta vivendo, come se fosse stata pensata per un’altra bambina. Le sta stretta, quest’infanzia, eppure comincerà a rimpiangerla nell’attimo stesso in cui se la lascerà alle spalle.
Tove Ditlevsen, impeccabile ritrattista di una femminilità punteggiata di chiaroscuri, ci ha generosamente aperto le porte delle molte stanze da lei abitate negli anni, lasciandoci delle pagine indimenticabili, destinate a restare.

Recensione:

Da La Lettura del 20/03/2022  (Livia Manera)

Tove Ditlevsen era una celebrità in Danimarca quando si tolse la vita nel 1976: aveva avuto un’infanzia atroce, 4 mariti, 2 figli, pubblicato 29 libri e si era drogata perché «ne valeva la pena». Il primo volume della «Trilogia di Copenaghen», del 1967 e tradotto solo ora, anticipa con genio l’autofiction.

Sono felice, dove ho sbagliato? – Diego De Silva

Trama:

Vincenzo Malinconico è tornato ed è alle prese con un’ingiusta causa. D’amore. Già, c’è di mezzo l’amore anche stavolta, ma un tipo d’amore con cui Malinconico non ha avuto ancora a che fare, professionalmente parlando: l’amore impantanato, quello di chi pensa di avere diritto a un risarcimento per il dolore. Perché è proprio questo che gli chiedono gli Impantanati, sei donne e due uomini uniti in una strampalata associazione: di intentare una causa epocale per danni da sinistri sentimentali. E l’assurdo può sembrare a tratti possibile, al piú eccentrico avvocato d’insuccesso di sempre.

L’amore può ingolfare una vita, metterla in attesa, in balia degli anni che passano. Tutti conosciamo coppie sfinite da rapporti senza futuro: amori dove i progetti, i desideri e persino i diritti ristagnano. A volte è proprio il legame, il problema. I rapporti di forza, il tempo sul groppone, il presente che dà dipendenza. Poi capita che una mattina la parte debole si svegli e decida che è venuto il momento di fare i conti. È quello che succede nella sesta avventura di Vincenzo Malinconico, l’avvocato delle cause perse ancor prima d’essere discusse, quando Veronica, la sua compagna, gli manda in studio una coppia di amici che gli chiedono d’intentare, con una class action, una causa epocale per l’infelicità di coppia. La pretesa dei due, apparentemente demenziale (ma Malinconico è avvezzo a questo genere di situazioni), si basa su un assunto neanche così sbagliato: se esiste un diritto privato, perché la sfera privata dei sentimenti non dovrebbe andare soggetta alla stessa legge che regola i rapporti patrimoniali? Fosse per Malinconico la chiuderebbe lì, anche perché ha altro di cui occuparsi ( Alagia che sta per farlo diventare nonno, Alfredo in fibrillazione per il suo primo cortometraggio, uno strano figuro che lo pedina), ma finisce per cedere alle insistenze del suo socio Benny e si ritrova a partecipare con lui agli incontri degli Impantanati. E noi lo sappiamo bene: quando Malinconico si fa trascinare in una situazione che gli sta stretta, sbrocca ma riesce persino a divertirsi. Sicuramente a farci divertire come non mai, in questo che è uno dei romanzi più mossi e vivi di Diego De Silva. Fra risate, battibecchi, colpi di scena e ordinarie drammaturgie familiari, Malinconico riuscirà ad articolare una stralunata difesa. Ma di se stesso, soprattutto.

Recensione:

Da TuttoLibri del 29/03/2022  (Lorenzo Marone)

Forse mi sbaglio, ma credo che questo sia il libro di Malinconico con più dialoghi. Un dettaglio che, pensandoci, dettaglio non è, perché il nostro celeberrimo avvocato ci ha abituato a logorroici monologhi.

MLOL sta leggendo

L’editore presuntuoso – Sandro Ferri

Trama:

Nel vostro smartphone c’è tutto. Ma fuori (e nei libri) c’è tutto il resto.

Un piccolo manuale per farvi largo nel torbido (ma anche divertente) mondo dell’editoria.

Qui dentro ci sono storie divertenti, consigli spericolati e giudizi poco diplomatici. C’è la storia di un editore – la mia ma anche quella della squadra in cui ho giocato. È un libro che può far arrabbiare, ma forse alcuni saranno felici. L’ho scritto per le ragazze e i ragazzi che lavorano o vorrebbero lavorare in campo culturale. Per me la cultura non è un bell’abito di cui farsi vanto, non è uno strumento per accrescere il proprio potere personale, non è qualcosa con cui gratificarsi. La cultura è invece un modo per mettere a rischio ciò che si ha o ciò che si crede di essere, per “esporci” agli altri, per capire come potremmo essere migliori.

Leggere un libro è la più prodigiosa delle meraviglie “tecnologiche”, capace di far esplodere dentro di noi scoperte e sorprese di ogni tipo.

Vorrei che le ragazze e i ragazzi leggessero libri, li scrivessero, li pubblicassero, li facessero circolare per esplorare le meraviglie del mondo, le sue minacce e la sua bellezza. Non per vantarsi o per illudersi di essere migliori perché più colti, ma per essere più liberi, più coraggiosi, più curiosi…

Le Gemme

Andiamo alla scoperta di libri di editori e marchi meno conosciuti, che spesso però regalano titoli interessanti e ben curati. 

Biciterapia. Un viaggio alla ricerca dell’equilibrio – Mila Brollo

La sentinella delle Dolomiti. La mia vita sulla Marmolada a 3343 metri d’altitudine – Carlo Budel

Alfabeto Fausto Coppi. 99 storie e una canzone – Giovanni Battistuzzi ; Gino Cervi

Le liste

Selezioni tematiche e di genere, scelte o elaborate per voi dallo Staff MLOL

Capire la Russia

Viaggio nella letteratura Ispanoamericana 2021-2022

Humor!

50 anni dalla morte di Giangiacomo Feltrinelli

I consigli di MLOL – febbraio 2022

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Buona lettura e buone scoperte!

Per qualunque necessità contattate la Vostra Biblioteca.

Mordi e fuggi. Il romanzo delle BR – Alessandro Bertante

Trama:

Milano, 1969. Università occupate, cortei, tensioni nelle fabbriche. Il 12 dicembre la strage di piazza Fontana. Alberto Boscolo ha vent’anni, viene da una famiglia normale, né ricca né povera, è iscritto alla Statale ma vuole di più. Vuole realizzare un proprio progetto politico. Deluso dall’inconcludenza del Movimento Studentesco, si avvicina a quello che di lì a poco sarà il nucleo delle Brigate Rosse. I mesi passano, Alberto partecipa alle azioni dimostrative, alle rapine di autofinanziamento e al primo attentato incendiario, ma il suo senso di insoddisfazione non si placa. Vuole agire sul serio. Il gruppo organizza il sequestro lampo di Idalgo Macchiarini, un dirigente della Sit-Siemens, e lo sottopone al primo processo proletario. “Mordi e fuggi “, scrivono i brigatisti. La stampa batte la notizia; nei bar degli operai non si parla d’altro, le Brigate Rosse sono pronte ad alzare il livello dello scontro. In una metropoli nebbiosa, violenta e indimenticabile, Alessandro Bertante dà vita a una vicenda umana tumultuosa e vibrante, nella quale, intrecciando fiction e cronaca, vediamo scorrere i fatti cruciali che innescheranno la tragica stagione degli anni di piombo. Un romanzo duro e avvincente, dal ritmo serrato e incalzante, che non cerca facili risposte ma che apre nuove domande su uno dei periodi più drammatici della recente storia italiana.

Recensione:

Da La Lettura del 23/01/2022  (Alessandro Beretta)

Continua, con la formula del romanzo, la sua indagine sulla stagione dei movimenti e del terrorismo. Partendo da fatti veri, segue la parabola di un giovane marxista che dopo piazza Fontana sceglie l’odio. La svolta sarà un amico ex partigiano e ora libraio antiquario a offrire una via d’uscita al protagonista, entrato nelle Brigate rosse.

Sul colle più alto. L’elezione del presidente della Repubblica dalle origini a oggi – Valdo Spini

Trama:

Che cosa rende l’elezione del presidente della Repubblica un avvenimento politico così importante e imprevedibile nel suo sviluppo e, per questo, così avvincente? L’esperienza di questi ultimi anni ha insegnato quanto sia essenziale il suo ruolo in un sistema parlamentare e in un Paese, come il nostro, in eterna transizione politica e, di conseguenza, quanto sia decisiva la sua scelta. È con questo spirito che Valdo Spini rievoca in queste pagine le figure che si sono succedute come capi dello Stato da De Gasperi a Mattarella ricostruendo il modo in cui sono stati eletti e come sono arrivati alla carica rappresentativa più alta della Repubblica. Sono quattordici vicende che fanno quasi tutte storia a sé perché presentano svolgimenti molto diversi tra loro, a seconda degli anni, dei protagonisti e del contesto politico. Ma i tratti comuni non mancano: la volontà del Parlamento come corpo collettivo, il ruolo dei singoli parlamentari e anche le insidie rituali come quella dei cosiddetti “franchi tiratori”. Spesso è accaduto che chi è entrato papa in conclave ne è uscito cardinale: non sempre, infatti, le leadership dei partiti maggioritari hanno portato al successo il candidato con cui avevano iniziato le votazioni. Una lunga storia da conoscere per capire come sarà il prossimo settennato presidenziale in un momento delicato come quello della ricostruzione dopo la crisi della pandemia tra i destini del “governo di salvezza nazionale” e le necessità del Piano di ripresa e resilienza.

Recensione:

Da Robinson del 22/01/2022  (Stefano Folli)

Ancora un libro sul tema di moda in questo momento: il Quirinale. Lo propone un autore esperto delle dinamiche parlamentari, con una storia politica e intellettuale di spessore. È Valdo Spini, figura peculiare nella vicenda del socialismo italiano in quanto, pur essendo stato vicesegretario del Psi, è sempre stato lontano dal “craxismo” e non solo negli anni del declino.

Annientare – Michel Houellebecq

Trama:

Bruno Juge è un politico di lungo corso, ministro dell’Economia e uno degli uomini più potenti della scena politica francese che si avvia alle prossime elezioni presidenziali. Ma è anche un uomo solo. Sua moglie lo ha tradito ed esposto a uno scandalo pubblico. Paul Raison è uno dei più stretti consiglieri di Bruno, solo come lui, separato in casa nell’indifferenza della moglie Prudence, fervente ecologista e vegana. Quando un attacco informatico diffonde in rete una serie di violenti video che colpiscono il governo e la stessa persona di Bruno Juge, Paul viene chiamato a collaborare alle indagini della Direzione generale per la sicurezza interna, che suo padre aveva diretto. Mentre difende il paese da pericolosi terroristi digitali, Paul deve affrontare anche i nodi irrisolti della sua famiglia: la fragilità dell’anziano padre, che è disposto a proteggere fino in fondo, il rapporto intenso con la sorella Cécile, contraria a ogni forma di edonismo, la distanza dal fratello minore Aurélien, un artistoide un po’ spiantato. In questa ricerca, a sorpresa, ritrova in Prudence, oltre l’apparente freddezza e distanza, un mondo segreto che ha resistito a tutto. Michel Houellebecq torna a raccontare il nostro tempo con un romanzo impetuoso e fluviale, ancorandoci alla storia di un uomo, Paul Raison, che, di fronte a una minaccia più grande di lui, tenta di ricomporre i pezzi disallineati della propria vita, e si trova a guardare a Prudence, un amore perduto eppure in qualche modo presente, come all’unica isola protetta di una civiltà in pericolo. Dando vita a una storia d’amore fra le più belle e tormentate della sua letteratura.

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