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COMUNICATO STAMPA nr 95/13

SISTEMA BIBLIOTECARIO, SENZA RISORSE NON C’E’ FUTURO

L’Assessore alla Cultura D’Imperio: “La congiuntura sta mettendo a rischio il contratto con l’Università di Pavia. Non possiamo permetterci di perdere un servizio che rappresenta un eccellenza a livello nazionale”. La preoccupazione dei Presidenti dei Sistemi Bibliotecari di tutta la provincia.

Si è svolta nei giorni scorsi presso la Provincia di Pavia, la riunione dei presidenti e dei coordinatori dei Sistemi bibliotecari intercomunali del nostro territorio, convocata dall’Assessore ai Beni e alle Attività Culturali, Milena D’Imperio.
Al tavolo con l’Assessore si sono seduti il dirigente del Settore Cultura, Antonio Sacchi, le componenti l’ufficio provinciale che si occupa di biblioteche (Francesca Brignoli, Lorenza Borghi, Elisabetta Cremonesi), il presidente del Sistema bibliotecario del Pavese, l’Assessore Marco Galandra, con il coodinatore Neva Kolman; il Presidente del Sistema bibliotecario integrato dell’Oltrepo, Marco Largaiolli, con il coordinatore Paolo Paoletti e il direttore della biblioteca comunale di Rivanazzano, Laura Barbieri; il delegato del Comune di Vigevano Mario Mainino con il coordinatore del Sistema bibliotecario della Lomellina, Francesco Serafini.

All’ordine del giorno una questione di importanza fondamentale: il rinnovo del contratto con l’Università di Pavia per la continuazione della gestione congiunta dei servizi di catalogazione, di prestito automatizzato e OPAC per il Centro di Catalogazione Provinciale e per i sistemi bibliotecari (della Lomellina, del Pavese e dell’Oltrepo).

Grazie alla collaborazione con l’Università (iniziata nel 2010), la Provincia di Pavia è entrata in un Polo SBN (Sistema Bibliotecario Nazionale ) che per numero e tipologie di biblioteche, per consistenza documentaria e per servizi offerti, ha pochi confronti a livello nazionale.
Questo progetto ha determinato nel tempo una sempre maggior affluenza di utenti e una piena efficienza a livello di fruizione del patrimonio bibliotecario conservato nelle nostre biblioteche.

«È un dato che ci sprona a proseguire in questa direzione – ha esordito D’Imperio – sostenendo il discorso di sviluppo e valorizzazione della funzione delle biblioteche per tutta la nostra comunità, ma non solo. È quello che storicamente ci chiede la Regione, ed è quello a cui la Provincia di Pavia, pur nelle difficoltà oggettive di una stagione istituzionale poco chiara, e di una situazione finanziaria di indubbia fragilità, non intende sottrarsi. Anzi. Come ha sottolineato il dirigente Antonio Sacchi, ci troviamo a gestire una situazione in cui, per effetto della legge sulla “fiscalizzazione”, le risorse trasferite dalla Regione vengono assorbite in parte o del tutto dalle finanze interne all’Ente senza che le stesse possano essere utilizzate dai singoli Settori per l’esercizio delle deleghe. Questa imposizione si sta rivelando un vero, drammatico boomerang per le Province”.

“Non possiamo nasconderci che la congiuntura investe anche il settore bibliotecario, mettendo a rischio il rapporto con l’Università, dal momento che le risorse finanziarie necessarie per il rinnovo per l’anno 2014 del contratto (€ 60.000 circa) non sono state ancora rese disponibili. Nonostante ciò – ha proseguito l’Assessore – mi faccio pienamente interprete della preoccupazione dei rappresentanti dei Sistemi, che condivido e che, come Assessore chiamato ad esercitare la delega, mi spinge ad adoperarmi per garantire il rinnovo del contratto, e anche l’auspicata compartecipazione finanziaria alle attività dei Sistemi per l’incremento del patrimonio librario e per lo sviluppo delle loro iniziative di promozione della lettura».

Per i presidenti e i coordinatori le affermazioni di Milena D’Imperio, non certo inedite, sono giunte in tutta la loro gravità. Confermando la fiducia nell’operato dell’Assessore, i responsabili dei Sistemi hanno quindi puntualizzato le conseguenze che l’interruzione del contratto porterebbe per tutto il sistema bibliotecario della provincia di Pavia.

Anzitutto le biblioteche perderebbero gli strumenti di catalogazione e gestione dei prestiti (che ha registrato nell’ultimo anno un significativo aumento), che, ora condivisi, permettono un servizio uniforme, accurato e celere per tutta la comunità provinciale.

Ogni biblioteca tornerebbe a una situazione anacronistica, in tempi di globalizzazione del sapere e della sua fruizione, e cioè a una gestione individuale (in molto casi addirittura manuale), delle procedure: si perderebbero le notevoli economie di scala garantite dalla cooperazione informatizzata. Ma anche la correttezza dell’immissione dei dati – garantita dal Centro di Catalogazione Provinciale – e la loro fondamentale condivisione.

Il risultato infine sarebbe drammaticamente questo: gli utenti – che, ricordiamo, sono persone di tutte le età (dai bambini in età prescolare agli anziani), che accedono gratuitamente ai servizi – non avrebbero più alcuna possibilità di ricerca on-line e, per trovare un libro, dovrebbero recarsi nelle singole biblioteche come nell’era pre-informatica. Questo significherebbe mettere in crisi le ragioni stesse dell’esistenza delle biblioteche e cioè, in pratica, si dichiarerebbe non solo il blocco di ogni sviluppo delle attività, ma la loro cessazione.
Infatti – dato non marginale – i costi di adesione all’OPAC dell’Università di Pavia, sostenuti ora integralmente dalla Provincia, sarebbero proibitivi se affrontati singolarmente dalle singole realtà comunali.

Pavia, 9 ottobre 2013

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